Cai di Bergamo, la «scalata» dei diecimila
Cai di Bergamo, la «scalata» dei diecimila
Il presidente Paolo Valoti è soddisfatto. Gli è stato comunicato che la scorsa settimana 17 nuovi soci sono entrati in un giorno solo a far parte di quella che lui chiama «la nostra famiglia». Ed è sempre un’atmosfera molto famigliare quella che si incontra entrando al Palamonti, la casa della montagna in città, o nelle sottosezioni, piccole e grandi, che fanno parte del patrimonio del Cai bergamasco.
Proprio quest’anno il sodalizio bergamasco ha aperto la stagione stiva rivolgendo una particolare attenzione alle famiglie con l’iniziativa dello «stare insieme» in montagna ospitati in uno dei tanti rifugi delle nostre Orobie.
I nuclei familiari con bambini e ragazzi hanno la possibilità di usufruire di soggiorni gratuiti (fino a 16 anni) con il progetto educativo «Giovani e famiglie in montagna». La proposta, sostenuta dalla Provincia di Bergamo, dall’Unione bergamasca sezioni e sottosezioni oltre che da vari enti, è valida fino al 15 settembre.
Paolo Valoti sottolinea: «La sezione di Bergamo con le sottosezioni svolgono un insostituibile e riconosciuto ruolo sociale, culturale ed educativo finalizzato alla promozione della pratica, conoscenza e tutela della montagna, alla formazione alpinistica, scialpinistica, sci escursionistica, escursionistica, speleologica e dell’alpinismo giovanlie, oltre alla fondamentale cultura della sicurezza e della prevenzione degli infortuni». Aggiunge Valoti che, vantaggi a parte, essere iscritti al Cai offre la possibilità di conoscere dal di dentro il misterioso mondo della montagna che affascina e attrae per la sua ricchezza ambientale, per la storia e la civiltà. E vuol dire anche allargare la propria cerchia di amicizie.
Le occasioni d’incontro e le iniziative non ancano. Recentemente è stata lanciata la giornata dell’«ometto di pietre» che ha visto tanti soci impegnati nel costruire i caratteristici «ometti» molto utili per segnalare vette e indicare percorsi su itinerari dove manca una segnaletica sicura. Ma ancor più impegnativo e interessante il progetto «Adotta un pezzo» della Linea Cadorna; si tratta del sistema difensivo di trincee e fortificazioni realizzato lungo le Orobie durante la Grande guerra e rimasto a lungo dimenticato e quasi sconosciuto.
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