Sottosezione Brignano Gera d'Adda

La sede CAI Brignano è provvisoriamente a Castel Rozzone (BG) in Piazza Castello n. 2.
Un breve racconto del Fondatore e primo Presidente, Martino Poletti, per spiegare e ricordare com’è nata la nostra Sottosezione
L’idea di una sede CAI a Brignano mi baluginò insieme ad altre nella sala di terapia intensiva, dove mi trovavo da giorni.
Pensavo al mio dopo di quella brutta esperienza che mi tratteneva lì e non sapevo per quanto ancora, ma che prima o poi doveva permettermi di ritornare alla famiglia, al lavoro e perché no alla montagna, zaino e scarponi.
A quel tempo ero iscritto al CAI di Clusone, dove avevo preso parte ad alcune iniziative interessanti come ad esempio le “Settimana Montagna Ragazzi”.
Non era una di quelle idee che come un flash subito s’abbuia, no. Prese invece corpo in tutte le sue prevedibili difficoltà e mi si fissò dentro come una sorta di rivalsa, di rivincita su quelle stanze, su quelle paure che ogni tanto mi attraversavano l’anima.
Fine settembre 1986 chiesi ed ottenni un appuntamento con l’avvocato Corti, allora referente per le sottosezioni del CAI di Bergamo.
Dietro la scrivania l’avvocato aveva una gigantografia della provincia.
È dov’è Brignano ? Ah, eccolo, nella Bassa. Ma voi siete gente di mare, non sapete niente della montagna, troppa fatica per voi.
No, una nuova sottosezione no. Per noi sarebbe un peso di troppo. No.
Non mi scomposi più di tanto, avevo la percezione che la sua fosse più che altro una provocazione, forse per testare fino a che punto l’intenzione e la volontà di un CAI fosse risoluta e reale. In quanti sareste a volerla ?
Quando gli dissi che al momento ero il solo, che ero lì tanto per conoscere l’iter burocratico da seguire nell’evenienza e le condizioni, che al mio paese c’era gente che in montagna ci sapeva andare eccome e che un CAI a Brignano legato o a Bergamo o a Treviglio o a Romano sarebbe comunque stato messo in piedi, l’avvocato tagliò corto: mi porti cento nominativi di persone adulte, nome cognome e indirizzo, che sottoscrivano la richiesta, cento adulti che naturalmente poi si tessereranno. E una sede decorosa.
L’assemblea generale, molto partecipata e vivace, tenutasi nella sede degli Alpini, accolse favorevolmente l’idea di una CAI in paese.
Supereremmo agevolmente i cento nominativi adulti.
Come sede, l’Amministrazione comunale ci mise a disposizione a titolo gratuito una sala del Palazzo Visconti, per anni adibita ad ambulatorio medico.
A quel punto l’avvocato Alberto Corti diede l’okey a procedere al tesseramento, alla formazione del Consiglio, all’elezione del Presidente.
L’inaugurazione della sede possibilmente entro giugno 1987.
Ebbi la fortuna di avere subito il supporto fattuale di un gruppo di persone decise ed entusiaste: Giuseppe Pinotti, Antonio e Vanna Bugini, Nicoletta e Antonio Bonardi, Ivan Mulazzani, Tommaso Golti, Antonio Leoni, Salvatore Poletti.
Lo “zoccolo duro”. Collaborammo per anni in armonia e profonda amicizia.
Più tardi si aggiunsero altri, tra i quali Rina Magni, Lidia Belloli e Franco Ravasi.
Ci occorsero tre mesi per ridare alla sede il suo aspetto originale.
Intanto le iscrizioni al CAI procedevano. Superammo i cento tesserati.
Fu formato il consiglio ed eletto il presidente.
L’inaugurazione della sede avvenne nei tempi previsti, presieduta dall’avvocato Corti, il quale non mancò di farmi lì per lì un appunto: non era stato invitato il parroco per la benedizione.
Il consiglio fissò le linee-guida della sottosezione:
attenzione particolare ai ragazzi, ai quali proporre la montagna come depositaria di valori umani, culturali ed etici;
fattiva collaborazione con le scuole medie ed elementari e con gli oratori;
programmazione annuale della “Settimana Montagna Ragazzi” in rifugio e della Santa Lucia sui monti.
Escursioni, aperte a tutti, programmate e calendarizzate all’inizio di ogni anno.
Una baita. Era il pallino del presidente.
Una baita che fosse facilmente raggiungibile da tutti, giovani e no, camminatori e no e nel contempo come base per escursioni o mete impegnative, e come possibilità di esperienze associative.
Un giorno a Edolo, dove mi trovavo per lavoro, conobbi la Dottoressa Tagliaferri, originaria di Pezzolo, in Val di Scalve.
Per la baita mi suggerì di rivolgermi al fratello di suo cognato, di stanza a Bueggio, il signor Gabriele Morandi. Gli telefonai la sera stessa. La baita si era spanciata durante l’inverno e non se la sentiva per il momento di rimetterla in piedi.
Allora andammo alla ricerca di una baita in Val Sedornia, in Val Canale, in Val Serina senza però arrivare per motivi vari ad una conclusione.
Dopo circa un anno e mezzo, Gabriele mi telefona dicendomi che, se eravamo ancora del parere, la baita era a nostra disposizione.
Salimmo subito la domenica. La baita era in cima ad un prato. In pieno sole. La Presolana, il rifugio Albani, il Ferrante, il Pizzo di Petto, il Sasna, tutti di fronte ad arco, e dietro la pineta con sopra la diga del lago Gleno.
Nel giro di quindici giorni la baita, detta poi “del Nöno”, fu proposta in consiglio e messa ai voti. Fu approvata con il voto doppio del Presidente.
Lo zoccolo duro si rimise al lavoro. Per più di un anno passammo quasi tutti i fine settimana in baita, con lampade ad acetilene e un camino al piano terra. Di notte, a letto, si scorgevano le stelle attraverso le nude tegole di ardesia, tra cui d’inverno filtrava una gelida aria. Nuda era anche la baita dentro, al piano terra e sopra, a parte un tavolo, una stufa e un lavandino
La corrente elettrica arrivò dopo quasi due anni e dopo un duro faccia a faccia durato mesi con l’Enel di Bergamo.
Martino Poletti
Il Consiglio Direttivo, a nome di tutti i Soci, ringrazia Martino per quanto ha fatto, dalla fondazione della Sottosezione alla sua costante vicinanza negli anni a seguire.
Siamo contenti che ancora oggi soddisfiamo i principali desideri dei fondatori, in particolare il costante mantenimento della Baita del Nono, la settimana in montagna con i ragazzi e la disponibilità che continuiamo a dare verso le scuole di Brignano e dei paesi limitrofi, con cui siamo riusciti ad organizzare uscite anche di più giorni.