Una passione che dura da 50 anni

Una passione che dura da 50 anni!


La storia della nostra Sottosezione e dell'alpinismo nella nostra valle, parte da lontano, come è logico che sia nelle località di montagna che hanno vissuto da sempre dei frutti che questa ha elargito.
Le prime notizie ufficiali sono però relativamente recenti, ciò si deve addebitare forse alla cultura montana, più rivolta al lato pratico della vita ed alla modestia, piuttosto che all'autostima ed all'autocelebrazione. La prima nota che si scopre, ricercando nella storia della Sezione del CAI di Bergamo, è l'esistenza di una Guida Alpina, tale Luigi Manenti, iscritta nel libro delle Guide Alpine bergamasche fin dal 1890.
La vita del CAI Oltre il Colle è iniziata nei primi anni sessanta grazie a Cortinovis  Lorenzo (Luigi), Ugo Carrara, Franco Ceroni, Mario (Moro), Maurizio Bertolazzi ed alcuni altri; un gruppo di ventenni legati da una grande amicizia e dalla passione per la montagna.
È il 1964 e la Sezione di Bergamo invita i suoi iscritti residenti in zone montane a formare squadre di Soccorso Alpino locali, perché questo compito che l’Associazione si è data per Statuto sia efficace e tempestivo. A Oltre il Colle (inteso come territorio comunale, perché la sede era sita a Zambia Alta) nasce una delle prime "Sottostazioni del Soccorso" della Sezione di Bergamo, per l'iniziativa di Amadio Cavagnis. Di questa squadra facevano parte, oltre al Capostazione, Fezzoli Sergio, Parravicini Gerardo, Carrara Ugo e Rizzi Adolfo. La sua costituzione fu senz' altro il trampolino di lancio, che dette il via ad un’avventura animata dall'idea di poter far del bene a persone in difficoltà e, nello stesso tempo, di poter coltivare la passione per le terre alte. Come riportato nell’ Annuario del 1964 "Nelle nostre valli sono state costituite tre Sottostazioni di Soccorso: a Clusone per la zona Presolana - Val Canale, a Zambia per la zona Alben - Arera ed a Lizzola per la zona Alta Val Seriana. Le prime due quest'anno sono già entrate in funzione con due interventi, uno in Presolana e I' altro alla Cima di Grem, entrambi risolti felicemente".
Alcuni anni dopo, al gruppo si aggregò un giovane studente, Bonaldi Consuelo, il quale, avendo frequentato i corsi di roccia, era in contatto con i dirigenti del CAI di Bergamo e propose di fondare la Sottosezione CAI di Oltre il Colle; i firmatari della proposta erano cinquantadue Soci già iscritti al CAI di Bergamo. In data 9 novembre 1973 viene presentato l'atto ufficiale di richiesta di fondazione della Sottosezione, deliberata dal CAI Centrale nella seduta del 01.12.1973. Altro fatto molto importante da ricordare, avvenuto il 7 maggio dello stesso anno, è la salita alla vetta dell'Everest con la spedizione Monzino da parte di Epis Virginio, formatosi alpinisticamente alla Scuola Militare Alpina d' Aosta e reso famoso dalla grande attività alpinistica svolta.  
In questi anni la Sottosezione si è vista impegnata, non solo un "piccolo progetto", quale doveva intendersi la costruzione del Bivacco Nembrini, che tanto piccolo non era considerato il tempo e le persone impiegate, ma in tante altre attività che, specie in quegli anni, sono state espressione di grande vitalità del gruppo. Questo impegno fece emergere le qualità delle persone impegnate nel progetto di costruzione del bivacco, prima di tutte l'essere fedeli all'impegno assunto, infatti questa costruzione comportò l'onere di portare a spalla parte dei materiali; ciò comportava grandi fatiche, che però erano ricompensate dallo stare insieme per tutta la giornata a lavorare, ma anche a ridere e scherzare amichevolmente. La storia della costruzione è corredata di mille aneddoti vissuti con notevole semplicità; il terreno su cui sarebbe sorta la struttura non doveva comportare l'esborso di denaro, così, grazie alle amicizie con i soci della Valle del Riso, il terreno venne a affittato ad un prezzo simbolico per 20 anni ed uno dei proprietari del fondo, tale Zanni Luigi, divenne poi uno dei più assidui e simpatici frequentatori della vita del bivacco. Le stagioni videro discutere non poco all'interno del Consiglio sulla programmazione delle opere interne, sulla gestione futura del fabbricato, non si erano mai visti Consigli della Sottosezione così interessati ed affollati. Per tutti gli anni 75 e 76 si ripropongono le attività del sodalizio e fatto importante è il completamento della costruzione del Bivacco Nembrini, così intitolato in ricordo della Guida Alpina Carlo Nembrini, deceduto nel novembre 1973 sulle Ande, la cui inaugurazione ufficiale è datata 28 agosto 1976.
Da quel periodo ad oggi ne è passato del tempo ed anche il bivacco ha vissuto i cambiamenti imposti dal tempo, ma la sua attualità ed il suo messaggio rimangono comunque costanti: incitare le nuove generazioni a non trascurare questo patrimonio, non solo materiale, ma soprattutto sociale. In questi anni la Sottosezione opera per dotarsi di una rete di sentieri in zona ed è da segnalare la partecipazione di due nostri Soci, Consuelo Bonaldi e Luigi Epis, ad una spedizione sociale nelle Ande Peruviane, con la conquista di ben sei vette. 
Nel 1977 viene rieletto "fino alla partenza per il servizio militare" come Presidente della Sottosezione Bonaldi Consuelo. Notizie come questa circa la disponibilità dei Soci di quel periodo a favore dell'associazione si commentano da sole. Si inizia a pensare ad una sede propria per il Sodalizio, che inizialmente era ospite nel locale degli Alpini e poi in affitto in un locale privato e s'instaura in quel periodo un filo diretto con gli appassionati di motocross della zona, per ovviare al problema che questa attività sportiva sollevava, specie per la loro percorrenza dei sentieri.
Il 1980 vede fervere il Consiglio alle prese con il problema della nuova sede: dopo vari sondaggi, si vaglia la possibilità di ristrutturare l’ex stazione della funivia di Oltre il Colle, di proprietà del Comune, il quale darà il suo benestare e nell’agosto dello stesso anno si otterrà l'approvazione del progetto.
Nel 1988 nasce la cartina "Zona 5" dei sentieri della Sezione di Bergamo per cui noi contribuiamo con la segnalazione dei sentieri 501 (P.so Crocetta - Bivacco Nembrini) e 502 (Pian della Palla - Bivacco Nembrini). Nel contempo si apre a livello provinciale la discussione circa il Parco delle Orobie, i cui echi giungeranno a più riprese nei Consigli.
Il 1989 si apre con la nostra adesione alla spedizione extraeuropea della Val Brembana, ideata dalla Sottosezione di Zogno, al M.te Chogolisa in Pakistan. Sempre a livello vallare muove i primi passi la "Scuola Orobica" di alpinismo e scialpinismo, promossa dalle Sottosezioni Alta Val Brembana, Valle Imagna, Villa d'Almè e Oltre il Colle (Zogno si unirà in un secondo tempo).
Il 1993 vede l'effettiva constatazione che qualcosa si sta muovendo, constatazione che ha dati tangibili di verifica. Tra questi si segnalano per la loro significatività: il superamento della "barriera" dei 150 Soci Ordinari, supportati da ben 30 nuovi iscritti; il numero di partecipanti alle gite promosse durante l'anno (180 circa); la partecipazione alla vita sociale di questo Sodalizio, vista attraverso la visita alla sede, che si è trasformata spesso in luogo di ritrovo; la partecipazione di un buon gruppo di Soci ai corsi della Scuola Orobica di alpinismo e sci-alpinismo. Sono dati rappresentativi, segno di vivacità e di voglia di partecipazione, anche da parte di non tesserati, alla vita del CAI, non solo inteso come gruppo di svago, ma anche come promozione di una buona qualità della vita e luogo di aggregazione di persone diverse, ma unite da un interesse comune: l'amore per la montagna.
Nel 1995 la Sezione di Bergamo riconosce la necessità di intraprendere una revisione del proprio Statuto, per eliminare sperequazioni presenti tra i diritti riconosciuti ai Soci, nasce così, con la partecipazione di rappresentanti delle Sottosezioni, il "Comitato dei Saggi". Fiore all'occhiello dell'anno è la scalata operata dalle future Guide Alpine Maurizio Pier Angelo e Tiraboschi Nadia al Fitz Roy, oltre che alla scalata dei vulcani ecuadoregni di Scolari Mario.
L'inizio del 1996 vede Maurizio Pier Angelo e Tiraboschi Nadia conquistare in Patagonia il Cerro Torre. La Sottosezione, frattanto, continua il suo impegno di sensibilizzazione nelle scuole locali, con iniziative che portano il CAl tra i banchi ed accompagna i bambini in uscite in ambiente. Da evidenziare inoltre è l'importante opera che ha visto la sistemazione del sentiero che da Zorzone porta ai Piani di Scalvino, inserito poi nella sentieristica della Sezione. 
L’anno 2002 è stato un anno speciale perché dichiarato l’Anno Internazionale delle Montagne, sotto l’alto patrocinio dell’ONU e della FAO, ed è stato vissuto intensamente da molte componenti CAI e dai bergamaschi. Un anno importante per avere portato sul palcoscenico internazionale molti problemi e tante risorse del mondo della montagna e delle sue genti. Ma per la Sottosezione di Oltre il Colle sarà ricordato anche per la disdetta di locazione da parte dell’Amministrazione Comunale per la Sede da noi costruita e finanziata 20 anni fa, sui ruderi della vecchia funivia che andava a Zorzone. L’Assemblea straordinaria dei Soci ha deliberato all’unanimità di inviare una lettera al Sindaco per esprimere vivo rammarico per le scelte fatte, e allo stesso tempo, chiedere di riconsiderare le decisioni prese alla luce di un giusto riconoscimento e concreto sostegno al Club. E’ stato però nuovamente richiesto di liberare i locali ed il Consiglio direttivo della Sottosezione, ha così considerato come alternativa la disponibilità dei vani presso la Ca’ di Raffaei nel Comune di Serina, ed a malincuore ha deliberato di attenersi a quanto chiesto dall’Amministrazione Comunale, e quindi di trasferire la Sede a decorrere dal primo febbraio 2003. Tutti i Soci e non Soci che hanno partecipato con slancio e fervore alla costruzione della storica Sede a Oltre il Colle hanno comunque conservato tutto quanto di meglio è stato nel tempo laboriosamente costruito, per trasferirlo con entusiasmo in questo nuovo viaggio che arricchirà tutti.
Ricorre nel 2003 il 30° anniversario di fondazione della Sottosezione ed andiamo a compiere il primo anno di presenza nel Comune di Serina. La sede rimane dedicata a Carrara Ugo, ma la dizione generale riporta il nuovo nome di “Sottosezione Valserina”. Un anno partito con qualche incertezza su quanti soci avrebbero condiviso la scelta dell’Assemblea di trasferirci a Serina. Sicuramente ci rincuora di aver fatto tutto quanto era possibile senza adire legalmente. Presa la decisione, il primo compito è stato quello di arredare ed abbellire la sala messaci a disposizione dal Comune di Serina e gli interventi si sono praticamente conclusi il giorno della inaugurazione ufficiale. Il resto delle attività è continuato con lo stesso ritmo e anche con più passione. Il numero degli iscritti non è calato e questo già dimostra che la nostra presenza è bene accetta. 
Nel 2004 a fine anno guardandoci indietro troviamo molte iniziative nuove, a volte nate dal Consiglio, a volte suggerite da altre organizzazioni sul territorio, ma anche da singoli. Fra queste vale la pena ricordare la “Settimana della montagna” organizzata dal Comune e dalla Pro Loco, durante la quale è stata approntata una palestra di arrampicata che ha dato occasione a tanti bimbi ed a qualche adulto di sperimentare un avvicinamento a questa disciplina. Lo stesso anno un grande appassionato ha voluto farci un bel regalo, ci ha donato 320 libri di montagna e molteplici riviste, con la preghiera di metterli a disposizione di tutti. Va ricordato inoltre che, alla ricorrenza del 200° anno dalla salita, ci ha trovati tutti preparati a raggiungere la sua vetta l’Ortles.
 “Socio di lunga fedeltà associativa, uomo di essenziale dignità etica e testimone spirituale di un autentico cammino quotidiano dentro le dimensioni della vita umana che ci guida per salire oltre i “pilastri del cielo” verso la Verità Excelsior“. Motivazione incisa sulla targa con la quale il presidente del C.A.I. di Bergamo nel corso del 2007 ha voluto esprimere un gesto di riconoscenza nei confronti di Don Pennati, iscritto al C.A.I dal 1972 e che da allora non ha mai dimenticato di rinnovare la tessera, ogni anno, anche negli ultimi dieci, nonostante i rifugi e le vette fossero ormai irraggiungibili causa una grave malattia. Don Roberto riesce ancora a muovere la testa e le mani, quel tanto che è sufficiente ad afferrare il mouse, a farlo scorrere e cliccare per aprire le immagini delle nostre montagne. Provare ad immaginare quali possano essere state le motivazioni che lo hanno spinto ad entrare a far parte del C.A.I ed a rimanervi per così tanti anni è un tentativo che viene spontaneo oltre che doveroso. Le risposte possono essere varie, e sicuramente ci devono essere di sprono per apprezzarle, condividerle e farle nostre. Con tale spirito e nei limiti del possibile anche noi della Sottosezione Valserina abbiamo operato e continueremo a farlo.
Lungo il 2010 abbiamo lavorato sul ripristino sentiero CAI n. 501 monte Alben. E’ ben avviata inoltre la collaborazione con le Guide Alpine ed i Comuni per rendere operativo il progetto della “Ferrata Maurizio” all’Alben.
Nel 2012 la ferrata sul monte Alben, intitolata a Maurizio Pierangelo, è stata ultimata. Il Nostro Gruppo Mtb è cresciuto in quantità, come numero di soci iscritti, e qualità, proponendo e organizzando ciclo escursioni in ambiente alpino molto suggestive, con buona partecipazione di soci e amici. 
Nel corso del 2013 abbiamo ricordato il 40° compleanno della nostra sottosezione, lo abbiamo fatto allestendo durante l’estate una mostra presso il chiostro del convento, proponendo una serata di proiezioni presso la sala civica, con un ritrovo presso la baita Nembrini ed il pranzo offerto dalla sottosezione.
Un po' d'orgoglio personale c’è stato per il superamento dell'esame e qualifica ASE-C per i soci Cesare Adobati e Pirovano Sabrina, conclusasi in Piemonte assieme ad altri 2 soci lombardi, diventati così i primi 4 titolati per la Lombardia.
Per l’anno 2014 va menzionata l’entrata in vigore della nuova piattaforma di tesseramento informatizzato, gestita da Tiraboschi Aldo, strumento che garantisce la correttezza e l’istantaneità delle registrazioni ai fini assicurativi. Nonostante le poche forze in campo, mosse da una grande passione, disponibilità e professionalità, i risultati sono stupefacenti. Dobbiamo quindi dare una risposta a questa domanda: “La nostra associazione, il CAI, è un erogatore di servizi o un dispensatore di sogni?" Ripartire da questa domanda e dalle risposte che ognuno di noi si darà, è importante per trovare il giusto equilibrio nelle proposte future e per affrontare, da una nuova prospettiva e con fiducia, gli anni che ci aspettano.
Quest'anno si sono visti cambiamenti anche ai vertici del Cicloescursionismo, ed il nostro socio Adobati Cesare è entrato a far parte del Gruppo di lavoro Ciclo della C.C.E e O.T.T.O. Lombardia come referente Lombardo; affermando ancor di più la nostra presenza sul territorio e contraddistinguendoci come punto di riferimento all'interno del sodalizio.
La guida Yuri Parimbelli anche grazie ad un nostro contributo nel 2015 ha aperto una nuova via d’arrampicata sulle bastionate della Cima Croce: è stata presa la decisione di chiamarla “La Via del Barba”. Numerose sono state anche le ore spese nella manutenzione dei sentieri ed un piccolo contributo è stato dato alla realizzazione del progetto “Sentieri e rifugi Orobie con Google Street View Trekker”.
Il 2016 è stato un grande anno dal punto di vista alpinistico sportivo: numerose sono state le cime di tutto l’arco alpino raggiunte dai nostri iscritti e in particolare è da ricordare da parte di quattro soci la salita alla vetta del Monte Bianco per la via normale dal rifugio Gonnella, e la partecipazione del nostro socio Ronnie Carrara alla durissima gara di mountain bike “Rovaniemi 150” in Lapponia. Dal punto di vista organizzativo-istituzionale è avvenuta la nomina del nuovo Presidente Cortinovis Andrea, segno di un ricambio generazionale che aveva per obiettivo portare idee, motivazioni ed iniziative nuove, partendo da una base già molto solida che aveva solo bisogno di essere rispolverata. 
La primavera del 2017 ha visto completare il nostro processo di autonomia/regolarizzazione, infatti abbiamo ottenuto l’iscrizione al Registro Regionale del Volontariato, diventando Onlus di Diritto. Un altro appuntamento importante è stato il clou degli Stati Generali della Montagna con la “Cordata della Presolana”, che ha richiesto una lunga e complessa organizzazione dell’evento. Menzioniamo con orgoglio per l’anno 2018 la partecipazione del socio Carrara Ivano alla gara di trail “Tor des Géants” svoltasi in Valle d’Aosta.
Nel corso del 2019 è salito in carica l’attuale Presidente Giuseppe Belotti. Organizzata dalla Pro Loco di Serina nel mese di agosto, presso il Parco Alpini, si è tenuta la prima edizione della “Festa della Montagna”, che ha visto coinvolto la nostra Sottosezione nell’allestimento di una palestra di arrampicata concessa in prestito dal CAI Lombardia. Davvero notevole l’affluenza di pubblico, soprattutto giovani e ragazzi, che hanno sperimentato la possibilità di arrampicare in piena sicurezza, seguiti degli amici della Scuola Orobica oltre che dai nostri soci più esperti.             La palestra ha certamente costituito l’elemento di maggiore attrazione, ma oltre a questa abbiamo presentato e proposto il kit di Save the Mountains, al fine di finanziare progetti a favore della montagna. Gli amici del ciclo escursionismo erano invece disponibili per accompagnare chi voleva provare questa disciplina. Nella primavera la Sottosezione ha anche aperto una pagina Facebook perché convinta dell’importanza che la comunicazione riveste nel trasmettere i propri contenuti e la propria immagine. 
Relazionare sull’attività svolta nel corso del 2020 risulta essere stato spiacevole in quanto richiama alla mente l’annullamento delle attività in calendario e ancor più amaro dover ricordare coloro che il virus ha portato via: il socio Carrara Luigi, l’ex socia e Presidente della nostra Sottosezione Maurizio Clelia, oltre ai parenti di alcuni nostri soci. E’ stato anche, questo 2020 e proprio in conseguenza delle restrizioni imposteci, un’occasione tutta particolare per ripensare il nostro approccio alla montagna e, forse ancor di più, per considerare quale importanza abbia per noi andarci insieme ad altri, per un comune godimento delle bellezze che questa ci riserva.  Le attività programmate sono state tutte annullate ad eccezione di alcune uscite cicloescursionistiche. Abbiamo cercato comunque di essere presenti là dove possibile e pensiamo positivi verso gli anni a venire, fiduciosi di tornare a condividere le nostre passioni e amicizie. Il Consiglio Direttivo si è sempre ritrovato, in presenza o via internet, per considerare la situazione che via via veniva maturando e per valutare l’opportunità o meno di confermare le iniziative programmate.  Se esaminiamo i dati dei tesseramenti, anche confrontati con le altre realtà del CAI, si può affermare che la fidelizzazione dei soci è piuttosto elevata. La “riscoperta” della montagna da parte di molti, in conseguenza di questo periodo di limitazioni, costituisce per l’associazione un’occasione per promuovere attività e comportamenti che accrescano la sicurezza, la consapevolezza e il piacere di stare a contatto con la natura.
Purtroppo anche il 2021 è stato un anno condizionato dal Covid19. La diffusione del virus ha influenzato le attività che avevamo in calendario obbligandoci anche ad annullarne alcune. Permane la volontà di operare e collaborare insieme ad altri soggetti che come noi lavorano per rendere la montagna più godibile, più fruibile, più curata, per chi ci vive e per chi la frequenta occasionalmente. Abbiamo cercato e offerto collaborazione, convinti che in questo modo si crei maggiore ricchezza di pensiero, di opportunità, di crescita e di efficacia d’azione. Certo, non sempre si riesce a esserci per cogliere tutte le opportunità, ma restiamo persuasi che è rimanendo aperti che il nostro “zaino” si riempie di esperienze utili per noi e per le comunità in cui operiamo.
Una seconda linea che abbiamo cercato di seguire è stata di creare consapevolezza rispetto alla nostra presenza in montagna: consapevolezza delle nostre capacità, degli attrezzi che utilizziamo, degli elementi naturalistici, storici e culturali degli ambienti che visitiamo e percorriamo, che si traducono in maggiore sicurezza e appagamento da parte nostra.